Saint Seiya Hades

Le Armi dei Samurai

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Trevor Belmont
view post Posted on 18/2/2011, 21:45     +1   -1




Mi sembra giusto osservare bene anche le armi usate dai Samurai nell'era Sengoku e nel Bakumatsu, quindi ecco qui:

Katana: Fondamentalmente si tratta di un'arma usata principalmente di taglio, senza escludere comunque totalmente le tecniche di a fondo. La lama possiede una forma ricurva ad un solo taglio. Le prestazioni eccezionali dell'arma sono rimaste insuperate nelle storia grazie ad una tecnica costruttiva unica (ne parliamo più diffusamente in un'altra sezione del nostro sito). Accenniamo solo che durezza e tenacità della lama erano assicurate dalla tecnica di forgiatura in cui diversi blocchi di acciaio, a diverso tenore di carbonio, venivano, dopo un lavoro di purificazione e stratificazione ottenuto battendo e ripiegando su sé stesso il singolo blocco, inseriti uno dentro l'altro ponendo il più morbido (basso contenuto di carbonio) all'interno e il più duro (alto contenuto di carbonio) all'esterno. Il processo di tempera veniva eseguito solo nella zona di taglio rendendo la lama affilabile come un rasoio senza far perdere le caratteristiche di tenacità al tutto. Una costolatura che percorre l'intera lunghezza della lama ne rafforza la rigidità. La zona dorsale della lama, mantenuta di spessore adeguato a non indebolire l'arma, veniva spesso alleggerito scavando scanalature. La lunga impugnatura consente la presa a due mani.
Il lungo e costoso processo di fabbricazione rendeva la spada appannaggio della classe guerriera. Tale appannaggio fu comunque sancito da decreti dello shogunato a rafforzare la completa immedesimazione del samurai con l'arma.

La spada lunga, utilizzata soprattutto in campo aperto o dove lo spazio era sufficiente a consentirne l'uso, veniva accompagnata da una più corta, di fattura diversa a seconda del periodo storico. Le arti della spada quindi studiano l'utilizzo sia della spada lunga (odachi) sia di quella corta (kodachi) sia delle due spada insieme (nito o ryoto).
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Kodachi: letteralmente "(spada) tachi piccola o corta", è una spada Giapponese che è troppo corta per essere considerata come una spada lunga, ma troppo lunga per essere un pugnale. Grazie alle sue dimensioni, può essere estratto e utilizzato molto rapidamente, così potrebbe essere utilizzato come una sorta di scudo in un combattimento corpo a corpo. Siccome questa spada è più corta di due shaku (circa due piedi), essa non supera i limiti nella lunghezza delle lame che potevano possedere i non-samurai durante il Periodo Edo e poteva essere portata dai mercanti.
La lunghezza del kodachi è simile a quella del wakizashi e, anche se le lame differiscono notevolmente in costruzione, il kodachi e il wakizashi sono abbastanza simili per dimensioni e la tecnica a tal punto che i due termini vengono talvolta utilizzati (erroneamente) in modo intercambiabile. Mentre la kodachi può avere varia lunghezza, il wakizashi viene forgiato per completare l'altezza di chi lo maneggia o la lunghezza della katana a cui viene associato, inoltre il kodachi è caratterizzato da una maggiore curvatura rispetto al wakizashi e di solito ha una lunga impugnatura.
Il prefisso "ko-" significa "corto" e può essere aggiunto a qualsiasi nome di tipo di spada per indicare che la sua lunghezza è inferiore al "normale". Alla stessa maniera, il prefisso "ō-" può significare "grande" o "lungo", ne consegue che la spada di tipo tachi opposta al kodachi in base alla lunghezza è l'ōdachi.
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Wakizashi: è una corta spada tradizionale giapponese che i samurai tenevano sempre con sé. Veniva utilizzata durante la cerimonia del Seppuku.
La sua lama è lunga dai 30 ai 60 centimetri. La wakizashi era solitamente portata dai samurai insieme alla katana. Quando indossate insieme la coppia di spade era detta daisho, che si può tradurre come "grande e piccola"; dai ("grande") per la katana e sho ("piccola") per la wakizashi. Mentre il samurai poteva (a volte) abbandonare la sua katana, per esempio in caso di visite ufficiali, egli non si separava mai dal wakizashi, che veniva chiamato "il guardiano dell'onore".
La coppia di spade veniva portata dal samurai infilandole nella cintura: la katana al fianco sinistro, ed il wakizashi davanti al ventre (hara) (sede dello spirito dell'uomo per i Giapponesi). Da qui il concetto di guardiano dell'onore, che spiega anche perché i samurai si tagliassero il ventre (seppuku o più volgarmente harakiri) per suicidarsi. Durante tale rito, il ventre, tradizionalmente sede dell'anima del samurai, veniva trafitto e squartato mediante la wakizashi; lo scopo era per l'appunto quello di mostrare la propria anima pura e, pertanto, non macchiata dal disonore
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Naginata: Naginata è una sorta di alabarda costituita da un'asta in legno, soliamente laccata, lunga circa 150 cm, su cui è innestata una lama ricurva, di forma analoga al wakizashi ma più spessa e con una forte curvatura verso la punta. Altra sorta di alabarda fu il nagamaki, in cui le proporazioni fra lama e asta erano, rispetto al naginata, circa uguali. Queste armi furono utilizzate ampiamente soprattutto prima dell'avvento delle armi da fuoco, sia da cavallo che a piedi (frequentissimo è trovarle rappresentate, ad esempio, in stampe raffiguranti episodi di battaglie nel periodo delle guerre con i mongoli). In particolare, se utilizzate da un fante potevano essere utili contro un cavaliere avvalendosi sia della lunghezza sia della possibilità di atterrare il nemico tagliando le gambe del cavallo che lo sosteneva. Il naginata utilizza la lama prevalentemente di taglio mentre l'asta può essere utilizzata per colpire (frequente era l'adozione di un pomolo di metallo all'estremità dell'asta per rafforzare il colpo). La lunghezza dell'arma e l'impugnatura lunga consentono una potenza non indifferente soprattutto se il guerriero era dotato di fluidità e destrezza nei movimenti. Per tale motivo il naginata divenne con il tempo l'arma dedicata alle donne appartenenti alle famiglie samurai. Il progressivo abbandono del naginata nel periodo Tokugawa ne fece strumento di educazione per le nobili guerriere più che arma di offesa.
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Iari: Arma d'asta tipica della fanteria, lo iari era costituito da una lama diritta con punta e due tagli innestata su un'asta in legno tramite un codolo della lama. La lunghezza di lama e asta variavano in base al modello ed all'utilizzo (dai due metri fino ad oltre tre metri e più). Una tale arma, in cui la lama non risultava particolarmente costosa nella fabbricazione (comparata al costo di una spada) ha consentito una produzione di massa di lancie ad uso di eserciti di fanti. Tale opportunità ha fatto sì che la lancia sia stata adottata come arma principale della fanteria e drappelli di lancieri continuarono ad esistere anche dopo l'avvento delle armi da fuoco (mai diffuse, nel Giappone medievale, in modo massiccio come in occidente). L'arte del combattere con lo iari (sojutsu) è presente in diverse scuole fin dal 1400. La lancia (mai scagliata verso il nemico come erano soliti fare gli eserciti antichi occidentali) colpisce prevalentemente di punta; il guerriero si esercitava ad eseguire attacchi ripetuti in cui la lancia, tenuta saldamente con la mano destra (arretrata rispetto la sinistra), scorre all'interno della mano sinistra a produrre un affondo di temibile efficacia. Alcune variazioni nella forma della lama prevedono l'adozione di appendici laterali, anch'esse affilate, atte a tagliare, o, in caso di utilizzo contro un nemico a cavallo, afferrare e sbilanciare il cavaliere. Nello stesso esercito potevano essere utilizzate lancie di lunghezza differente in relazione alla posizione ed ai compiti del fante.
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Sakabato: è un tipo di katana giapponese immaginaria.

Su una normale katana, la lama ricurva della spada è affilata sul lato esterno (quello che si rivolge verso l'avversario), mentre quello interno è spuntato; nella sakabato è invece il lato interno ad essere tagliente Sebbene vere sakabato siano state recentemente prodotte per collezionisti ed ammiratori, non vi è nessuna prova che in passato sia mai stata usata in Giappone. Non si ha neppure nessuna notizia di scuole di spada che ne abbiano fatto o studiato l'uso. Ciononostante, una reliquia conservata al museo Deoksu Royal Palace in Corea sembrerebbe testimoniare l'utilizzo di katana a lama invertita, costruite durante il periodo di dominazione giapponese, prendendo spunto dal modello coreano Tuttavia non esistono prove storiche né archeologiche certe sulla reale esistenza di sakabato nell'antichità. Nelle opere la Sakabato compare come arma di Kenshin Himura, in Rurouni Kenshin.
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Se e quando trovo altro, aggiorno

Edited by Trevor Belmont - 19/2/2011, 15:21
 
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view post Posted on 18/2/2011, 22:43     +1   -1
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dobbiamo mettere anche delle immagini! Magari domani ti do una mano ^_^
 
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Trevor Belmont
view post Posted on 19/2/2011, 15:21     +1   -1




Aggiunte le immagini e la Sakabato
 
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