Saint Seiya Hades

♈ - Ariete

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Cyane
view post Posted on 22/1/2011, 00:16     +1   -1




L'Ariete (lat. Aries, simbolo: ) è una delle costellazioni dello zodiaco; si trova tra i Pesci ad ovest e il Toro ad est. I mitologi concordano nel collegare la costellazione con il mito dell’ariete dal vello d’oro.

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Atamante, re dei Beoti, aveva sposato in seconde nozze Ino, figlia di Cadmo di Tebe. La regina non vedeva di buon occhio i figli che il marito aveva avuto dalla prima moglie Nefele, Frisso ed Elle, pensò quindi ad un modo per sbarazzarsi di loro. Ino bruciò segretamente il grano in modo che il raccoldo andasse perduto; Atamante chiese allora aiuto all’oracolo di Delo, ma la regina provvide a corrompere i messaggeri che comunicarono al re un falso responso: Frisso doveva essere sacrificato per salvare il raccolto.
Seppur a malincuore, Atamante si preparò ad obbedire all’oracolo, ma mentre era sul punto di uccidere il figlio, la prima moglie Nefele, che era anche la dea delle nubi, inviò in aiuto al figlio un ariete alato dal vello d’oro. Frisso si arrampicò sul dorso dell’animale e a lui si unì anche la sorella Elle; i due, a cavallo dell'animale, volarono via diretti in Colchide. Ad un certo punto, però, Elle, non riuscendo più a mantenere la presa, cadde nel canale che unisce Europa ed Asia (i Dardanelli), che da quel momento venne ribattezzo in suo onore Ellesponto (gr. Hellespontus, il mare di Elle). Arrivato in Colchide, Frisso sacrificò l’ariete a Zeus e regalò il prezioso vello d’oro al re della Colchide, Eeta, per ringraziarlo dell’ospitalità (a sua volta, il re concesse all’ospite la mano di sua figlia Calciope).
Alla sua morte, Frisso iniziò a perseguitare nella forma di fantasma il proprio cugino Pelia, usurpatore del trono di Iolco. Pelia aveva infatti ordinato l’uccisione del proprio fratellastro, il re Esone, e l’imprigionamento della moglie di questi, Polimena, che a quel tempo era incinta. La regina era però riuscita a far credere alle guardie di aver perso il bambino e in tutta segretezza aveva affidato il piccolo Giasone al centauro Chirone. Una volta cresciuto, Giasone, che era a conoscenza delle sue vere origini, pensò fosse arrivato il momento di reclamare la sua eredità. Pur di sbarazzarsi di lui, l’astuto re Pelia promise che avrebbe ceduto il trono se il nipote gli avesse portato in dono il vello d’oro. Il giovane organizzò, quindi, il viaggio verso la Colchide con i suoi compagni Argonauti.
Re Eeta non era però disposto a dare via il suo prezioso vello; fortunatamente per Giasone, la principessa Medea, famosa per le sue doti magiche, si innamorò di lui (per intervento di Eros) e decise di aiutarlo a rubare il manto d’oro.
Occorreva superare tre prove prima di poter arrivare al vello:
-Arare un campo con l’aiuto di due tori dalle unghia di bronzo e che emettevano fiamme dalle narici: Medea diede a Giasone un unguento che lo avrebbe protetto dal fuoco.
-Seminare in quel campo denti di drago che, germogliati, si sarebbero trasformati in guerrieri: Giasone, su consiglio della principessa, lanciò in mezzo ai guerrieri una pietra (in altre versioni un diamante). Incapaci di individuare la provenienza del sasso, i guerrieri cominciarono a lottare tra di loro, finendo per annientarsi.
-Sconfiggere il drago (in altre versioni un serpente gigante) insonne che era a guardia del vello d’oro: Medea aveva consegnato a Giasone una pozione soporifera ricavata da alcune erbe: il drago si addormentò e così poterono trafugare il vello d’oro.
Ben presto però il furto e la fuga vennero scoperti; per rallentare i loro persecutori, Medea fece fare a pezzi il proprio fratello Absirto e gettò i resti del ragazzo a mare, cosicchè re Eeta si soffermò a ripescare i pezzi del cadavere del figlio per dargli degna sepoltura.
Di ritorno in Grecia, Giasone consacrò il vello a Zeus e dal quel momento venne conservato nel tempio del dio a Orcomeno.

continuazione del mito di Giasone e Medea
SPOILER (click to view)
Re Pelia non aveva, però, alcuna intenzione di cedere il trono al nipote; Giasone dovette così chiedere nuovamente aiuto alla sua amata. Medea si presentò alle figlie di Pelia come una potentissima maga in grado di creare un filtro di eterna giovinezza; la donna dimostrò i suoi poteri gettando dentro un calderone dei resti di un vecchio caprone e, grazie ad un trucco, facendo comparire un agnellino. Le stupide ragazze rimasero estasiate dai poteri di quella maga e le chiesero di fare lo stesso con il loro vecchio padre. Pelia venne ucciso e fatto a pezzi dalle sue stesse figlie, che attesero invano che il padre riemergesse più giovane e forte che mai....Giasone non potè però reclamare il trono perchè venne cacciato, con l'accusa di omicidio, da Acasto, figlio di Pelia e, dunque, suo cugino.
L'eroe si stabilì così a Corinto con la moglie Medea e visse in serenità fino a che si innamorò della giovane Creusa, figlia di Creonte, re di Corinto. Giasone arrivò a ripudiare la moglie pur di sposare la giovane e con questo si attirò le ire di Medea. Sfruttando le sue doti magiche, la donna confezionò per la rivale un bellissimo abito e gliene fece dono in occasione delle nozze con Giasone. Appena l'ignara Creusa indossò l'abito, si trasformò in una torcia umana e ben presto morì carbonizzata (anche il padre, nel tentativo di aiutarla, fu arso vivo). Come ultimo e più terribile gesto di vendetta, Medea uccise i due figli che aveva avuto con Giasone. Quando l'uomo scoprì la tragedia, Medea era ormai lontana: suo nonno, il dio Elio (era infatti il padre di re Eeta), le aveva inviato un carro alato con cui recarsi ad Atene, lontana dalla furia del marito.


Nell’astronomia cinese, la costellazione dell’ariete è parte della Tigre Bianca dell’Ovest (西方白虎, Xī Fāng Bái Hǔ), una dei quattro simboli delle costellazioni cinesi (gli altri sono: il Drago Azzurro dell'Est, l'Uccello Vermiglio del Sud e la Tartaruga Nera del Nord).

Nello zodiaco babilonese la costellazione dell’Ariete è conosciuta come MULLÚ.ḪUN.GÁ = il lavoratore agreste. Solo successivamente il nome della costellazione babilonese venne trasformato in MULUDU.NITÁ = ariete. È possibile che il cambiamento di nome sia avvenuto per associazione d’idee: la divinità sumera della vegetazione e del raccolto, Dumuzid, era anche conosciuta come dio pastore e si diceva fosse il figlio di Duttur, personificazione divina della pecora.

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il dio Dumuzid

Edited by Cyane - 27/1/2011, 22:02
 
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