Saint Seiya Hades

Caso Megaupload, guerra digitale e fine di un epoca

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view post Posted on 4/2/2012, 10:23     +1   -1
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Meikai san Kyoto

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Giovedì 19 gennaio, ad Auckland, in Nuova Zelanda, 70 agenti dell’Fbi americano hanno partecipato all’irruzione, con un blitz alla Mission impossible, nella villa ultraprotetta di Kim Dotcom (alias Kim Schmitz), cittadino tedesco, con residenza a Hong Kong, numero uno di un network di siti che da solo generava il 4 per cento del traffico totale in internet. Megaupload e Megavideo (con Megaporn, Megapay e Megaclick) sono stati spenti perché meta di pellegrinaggio di quanti scaricano film e musica senza pagare il biglietto.

Nel documento diffuso dal dipartimento della Giustizia americano si legge: «Megaupload aveva più di 1 miliardo di visitatori, più di 150 milioni di utenti registrati e 50 milioni di visitatori al giorno». Ora il fondatore rischia 60 anni di carcere per avere violato tutte le leggi possibili sul copyright e molto di più. La risposta di Anonymous non si è fatta aspettare. Poche ore dopo l’arresto di Kim Dotcom, gli hacker hanno attaccato e mandato in tilt il sito del dipartimento della Giustizia statunitense, l’autorità che aveva ordinato la chiusura di Megaupload.

Ma se da un lato gli attacchi di Anonymous hanno avuto l’effetto di far rallentare due leggi, dall’altro la prova di forza dell’Fbi ha spaventato i siti analoghi a Megaupload. Videobb (da molti indicata come alternativa a Megavideo), Videozer e Fileserve si sono autocensurati e hanno rimosso i file pirata dallo streaming. C’è chi ha fatto di più: il sito Filesonic ha deciso di interrompere il suo servizio di file sharing.

La battaglia però è solo all’inizio. Se Sopa e Pipa sono state messe in stand-by, ci sono altre leggi in arrivo che preoccupano il popolo di Anonymous. Prossimo fronte di battaglia planetaria è una legge che si chiama Acta, acronimo di Anticounterfeiting trade agreement (Accordo commerciale anticontraffazione) ed è il frutto di 4 anni di trattative riservate tra 40 paesi diversi e alcune multinazionali, tra cui Google, Sony e Intel. L’Acta è un accordo tra nazioni attualmente in fase di analisi al Parlamento europeo. Se fosse approvato, i siti che condividono materiale online dovrebbero controllare che questi contenuti non siano protetti da copyright, diventando così responsabili di ogni illecito.

Voi cosa ne pensate?
 
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view post Posted on 4/2/2012, 12:34     +1   -1
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Bass solo, take one.

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Penso che sia una vergogna... Soprattutto il fatto che il creatore rischia 60 anni di carcere per avere creato un sito e un altro che non nomino è solo agli arresti domiciliari per avere fatto morire decine di persone.
 
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1 replies since 4/2/2012, 10:23   29 views
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